Vimercate, 30 dicembre 2020
Egregio Priore Dante Alighieri,
quest’anno a scuola abbiamo studiato le origini della letteratura italiana e abbiamo iniziato a leggere una sua opera che, ormai, è famosa in tutto il mondo: la “Divina Commedia”. Abbiamo già letto alcuni canti sul nostro libro: il racconto della Selva Oscura mi è piaciuto moltissimo, soprattutto la seconda terzina e l’allitterazione “esta selva selvaggia e aspra e forte”. Ho trovato, però, molte parole che non conoscevo.
A tal proposito, vorrei farle una domanda: quante parole ha inventato? Sa che in questi tempi la considerano il padre della lingua italiana? Questo proprio perché il 90% delle parole che noi oggi usiamo era già presente nel suo poema. Lei è diventato talmente famoso che la sua casa a Firenze è stata trasformata in un museo; io l’ho visitato l’anno scorso! La casa è molto piccola, ma dentro c’è la “Divina Commedia” più piccola al mondo. Per farle capire quanto lei sia famoso, le dico che circolano rare monete commemorative con raffigurato il suo ritratto: io ne ho una che conservo da quest’estate.
Benché lei adesso sia molto famoso, all’epoca nessuno l’ha aiutata, quando fu mandato in esilio. Ha dovuto girare l’Italia per farsi ospitare e non è mai più tornato nella sua città nativa, dopo tutto quello che aveva fatto per essa… ma questa è stata anche una fortuna, no? Perché è proprio durante l’esilio che lei ha scritto la “Divina Commedia”. È anche vero che ha scritto molte altre opere, però se non avesse scritto la “Divina Commedia” non sarebbe stato soprannominato “Sommo Poeta” e “Padre della lingua italiana”.
Ah…io penso che lei non sappia che cosa sia la “Divina Commedia”: si tratta dell’opera che lei ha chiamato “Commedia”; poi, nel 1373, Boccaccio aggiunse l’aggettivo “Divina” per indicare l’eccellenza del suo poema e mostrarle rispetto e ammirazione.
Ma mi tolga una curiosità: dove ha messo il manoscritto della “Divina Commedia”? Sarebbe bello poterlo vedere…
La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
Leonardo Jung
Arcore, 5 gennaio 2021
Gentilissimo Dante Alighieri,
vorrei dirle che la sua città, Firenze, è davvero molto bella.
Io lo so, perché l’ho vista dal vivo. Mi è piaciuto molto Ponte Vecchio: l’ho trovato originale.
Oltre a Ponte Vecchio, ho apprezzato anche la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Infine, sono stato anche allo Stadio “Artemio Franchi”, dove gioca la squadra di calcio della Fiorentina. Spero che la mia visita a Firenze sia stata di suo gradimento.
Cordiali saluti,
Matteo Mendicino
Arcore, 5 gennaio 2021
Gentilissimo poeta,
approfitto di questa occasione che mi si presenta per scriverle a proposito del suo strabiliante viaggio nell’aldilà, di cui ho avuto la fortuna di leggere nel libro intitolato “la Divina Commedia”, da lei scritto moltissimi anni fa, ma che tutt’ora incuriosisce tanti ragazzi come me.
Mi riesce difficile capire alcune parole, che sono un po’ diverse da quelle di oggi, ma quando la mia prof mi racconta la trama mi appassiono.
A me piacciono le storie horror e la parte dell’Inferno non mi spaventa, ma mi emoziona.
Mi piacerebbe leggere il suo libro come fumetto o sentire dalla sua voce la storia vera, la paura e gli amici che ha incontrato.
Io non avrei paura a fare questo viaggio, con il lieto fine.
La ringrazio moltissimo e porgo distinti saluti.
Suo lettore
BYRON TETTAMANTI
Agrate, 30 dicembre 2020
Gentilissimo poeta Dante Alighieri,
innanzitutto mi vorrei congratulare con lei, per la sua opera “la Divina Commedia”. Lei rappresenta un modello e un’ispirazione per me così come lo è stato Virgilio durante il suo viaggio.
Il suo cammino immaginario e molto fantasioso mi ha colpito davvero tanto.
In particolare ho apprezzato la storia di Paolo e Francesca che continuano a lottare per il loro immenso amore. È stata molto particolare anche la scelta di rappresentare l’Inferno a forma di un imbuto rovesciato ed il Purgatorio come un monte.
Ritengo che per scrivere le sue opere non basti la fantasia ma occorrano anche studio e genialità e volevo farglielo sapere.
Mi è dispiaciuto molto per la perdita di Beatrice ancora giovane e che il suo sogno non si sia mai potuto realizzare.
Le scrivo perché avrei bisogno di conoscere qualcosa in più su di lei per comporre una sua biografia intitolata “Dante e il suo mondo”. Mi piacerebbe che questo lavoro rispecchiasse profondamente la sua immagine e potesse così esprimere un insegnamento per tutti come le sue amate opere.
A tal proposito le chiederei di poter organizzare un incontro per poterle rivolgere domande più dettagliate sulla sua vita.
Attendo una sua cortese risposta con una data proposta.
P.S. Un incontro di qualche ora potrebbe essere sufficiente.
Una sua grande ammiratrice.
Marta Caldararo