Esercizi di stile…della 2A (Prof.ssa Marta Bramati in collaborazione con la biblioteca civica di Vimercate)

Il 26/11, la 2A si è recata in biblioteca, accompagnata dalla prof.ssa Bramati e dal prof. Natale.

La bibliotecaria, Roberta, ha proposto alla classe un’attività relativa alla riscrittura di un brano sul modello del libro “Esercizi di stile” di Raymond Queneau.

Il brano su cui la classe ha lavorato è il seguente:

Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino.
Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: «Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito». Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché.

I ragazzi e le ragazze si sono messi alla prova, riscrivendo il racconto secondo indicazioni ben precise: ecco a voi i loro lavori! Buona lettura 🙂

 

Sogno– Ludovica Lentini

Mi pareva che tutto intorno fosse brumoso e biancastro tra presenze multiple e indistinte, tra le quali si stagliava tuttavia abbastanza netta la figura di un uomo giovane.

Non ne sono sicura, ma mi sembra di averlo visto indossare uno strano cappello. Inoltre, aveva un collo molto lungo, più del normale, ma non vedendolo benissimo, non riuscii ad identificarne l’età.

Ricordo in particolare il momento in cui si arrabbiò con un vicino, ma non ho prestato tanta attenzione al continuo della discussione.

Ad un certo punto, non lo vidi più, credo si fosse accaparrato uno dei pochissimi posti liberi.

Una volta sceso, non rimembro esattamente il posto in cui andai, so solo che vi incontrai un signore che mi ricorda molto quello visto poco prima sulla S. Era con un’ altra persona che gli stava dicendo qualcosa circa il suo soprabito. Non ricordo altro.

Poi, ad un tratto mi svegliai. Ero tutta sudata e piena di cose confusionarie che navigavano nella mia testa. 

Solo dopo capii che non erano altro che parti che componevano un sogno, il mio sogno, quello che avevo appena fatto.

 

Sostituzioni – Adelaide Ratto

Sul battello della linea Z, di prima mattina. Un tizio sui settant’anni, cilindro rigido, con un nastro appena evidente, collo corto e grasso, come se gli avessero schiacciato la testa. La gente sale. L’uomo si alza dal suo posto subito dopo essersi seduto per poi cederlo ad un’anziana signora dell’età simile a quella di una quercia. Urla ad un ragazzo che ruba il posto ad un’altra donna. Due anni dopo lo incontro in piazza San Marco, davanti alla cattedrale. È con il falegname, che gli consiglia di cambiare le giunture del tavolo, perché altrimenti sarebbero crollate le gambe, costringendolo a pagare il doppio comprando un nuovo arredo.

 

Medico– Jacopo Fossati

Dopo una breve seduta elioterapica, temendo di essere messo in quarantena , salii finalmente su un’autoambulanza . 

C’erano molti malati tra cui uno al quale sembrava avessero appena tirato il collo con un’operazione.

Litigano due pazienti per un posto migliore, come in una clinica, scendono dalla sala operatoria come se avessero appena finito il turno di servizio .

Uno rimproverò all’altro di spingerlo ogni volta che un paziente  passa, con tono lamentoso come quando un medico diagnostica che devi stare a riposo.

Non appena vide un posto libero si precipitò come un ambulanza con le sirene accese.

Due ore di intervento più tardi lo incontrò alla Cou de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare.

Un medico gli disse : “Dovresti mettere il camice con i bottoni allacciati”.  

 

Definizioni – Martina Campisi

In un grande automobile pubblico destinato al trasporto pubblico designato dalla diciassettesima lettera dell’ alfabeto, un soggetto maschile di età corrispondente a due decine e sei unità, sulla testa aveva un copricapo di forma ovale privo di rigidità con una piccola corda bianca arricciata al posto di un nastro, la parte interposta tra la testa e il tronco troppo lunga.

Dei soggetti scendono dall’ automobile pubblico. Uno in particolare si arrabbia con un altro soggetto. Lo rimprovera di averlo urtato con molta forza ogni volta che ogni soggetto passa, con un tono di voce lamentoso con pretese di cattiveria. Non appena vede con i suoi bulbi oculari un posto dell’automobile pubblica libero, vi si butta subito.

Due ore più tardi, lo incontro in un luogo nella Francia, chiamato Cou de Rome, davanti alla Gare Saint Lazare. E’ con un soggetto di sua conoscenza che dice “ Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito.” Gli fa vedere dove e perché.

 

Auditivo-C.

Dringhete, dranghete, sussultando, sbuffando e tossicchiando, ecco l’Esse, che arriva, rumoroso, a prendere la grande folla casinista. Sull’autobus,in mezzo a tutti quei rumori,tra cui  qualcuno che starnutiva, chi tossiva e chi scalpitava per trovare un posto, sentii due signori che litigavano:-La smetta di spingermi!

Bam! Uno si dev’essere buttato su un posto libero. Gni! Finalmente eravamo arrivati. Swosh! Le porte si aprono. Tap, tap, la gente scende. Due ore dopo incontrai uno dei due signori con un amico:-Dovresti aggiungere un bottone, proprio qua.

Tap, tap, gli picchietta il soprabito.

 

Ampolloso– Noemi Deriu

Sul trasportatore di nobili, nell’ora di punta nel pieno dello splendore, un distinto signore di un’età ancora in giovinezza ma non in eccesso, con un cappello cadente ed instabile avente una grezza corda da frate al posto di un raffinato nastro, dotato inoltre di un collo estremamente sviluppato in lunghezza tale da sembrare che lo volessero rendere una giraffa, fu quello che risaltò di più.

I presenti nella struttura si liberarono dalla frustrazione, talmente colma da spintonarsi come in una lotta selvatica, diverbio che portò ad un gran battibecco fra i due prossimi fra loro, uno dei quali, per i tratti a seguire, giacque nel posto su cui si avventò per poterlo conquistare.

Trascorse due ore si ricongiunsero, dicendosi, come compiaciuti dell’incontro, come vecchi amici separati dalla vita, considerazioni a proposito di indumenti, sottintendendo un tono metaforico, come giullari divertiti nei fraintendimenti.

 

Moderno – Riccardo Trovato

Fra! Se vuoi saperlo. Mezzogiorno autobus senza biglietto in mezzo a una gang. Uno di 26 anni, con un cappello non drip, una cordicella stra cringe. Con un collo che sembra una giraffa. La gang scende; il bro si arrabbia, con un ragazzo nel chill. Gli dice che spinge ogni volta che passa qualcuno, con tono da piangina e con un po’ di cattiveria. Non appena vede un posto, libero, si butta come Chiara Facchetti appena vede un iphone. 2 ore più  tardi lo incontro alla mia zona, davanti alla zona della gang nemica. E’ con un bro che gli dice: “dovresti metterti un bottone in più, per essere più drip”.Gli fa vedere dove mettere il bottone per essere più  drip.

 

Gastronomico-Della Torre Mathias

Dopo un’attesa gratinata sotto il sole al burro fuso, salii su di un autobus al pistacchio dove i clienti bollivano come vermi in un gorgonzola. Un formaggio di circa 26 anni con un cappello filante alla mozzarella con una cornice soffice e croccante. Un collo lungo come quello di un tacchino e la verdura che viene scartata dal verduraio. Il formaggio di prima vorrebbe dare un taglio al vicino e lo rimprovera di tagliare in modo sbagliato il formaggio tondo filante con tanto gusto. Appena vede la padella si tuffa per abbrustolirsi. Due ore più tardi andò al ristorante ‘’Villa crespi’’ vicino alla panetteria e sentì il pane che disse alla pizza: ’’Dovresti farti cuocere di più  sulla crosta ‘’ e gli spiega come rosolarsi bene.

 

Precisazioni – Guastalegname Emma

Alle 12:17 in un autobus della linea S lungo 10 metri, largo 3, alto 3,5 a 3600 metri dal suo capolinea un tipo giovane di circa ventisei anni, con un cappello floscio e la punta che cadeva verso il basso di 5 cm e una cordicella lunga 10 cm al posto del lungo nastro, con un collo lungo 20 cm come se glielo avessero tirato per 3 ore.

La gente scende a due a due.

Il tizio in questione si arrabbia continuamente da 30 minuti con un vicino.

Gli rimprovera di spingerlo ogni 5 secondi quando passa qualcuno, con tono molto lamentoso, con molte pretese di cattiveria.

Non appena vede un posto libero, vi si butta in un secondo.

Due ore più tardi lo incontro al Cuo de Rome e due ore dopo davanti alla Gare Saint-Lazare.

E’ con un amico che gli dice 20 volte: “Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito”.

Li fa vedere dove (alla sciancratura) e perché per altre 20 volte.

 

Zoologico Samuele Morello 

Su una voliera in un traffico di uccelli un uccello di ventisei anni, con un pelo floscio e una cordicella al posto delle piume, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. Gli uccelli scendono, un uccello in questione si arrabbia con un vicino di voliera. Gli dice di spingerlo ogni volta che passa. In tono lamentoso, con voglia di arrabbiarsi. Non appena vede un buco libero si infila subito. Due ore piú tardi lo incontro davanti alla voliera proprio lì e insieme ha un compagno di voliera gli dico: “Dovresti far mettere una piuma in piú.” Gli fa vedere dov’è il pelo, la forma del suo corpo e perché.

 

Partita doppia- Di Gioia Sofia 

Nel mezzo della giornata e a mezzogiorno, arrivai e salii sulla piattaforma e balconata posteriore di un autobus e di un tram; in un’ora di traffico e nell’ora di punta. Un tipo e un ragazzo di circa ventisei anni, cappello floscio e cascante con una cordicella e fune al posto del nastro fiocco, collo troppo lungo e oblungo, come se glielo avessero tirato e stiracchiato. La gente e popolazione scende e si allontana. Il tizio e tipo si arrabbia e infuria con un vicino e con un uomo di fianco a lui.

Gli rimprovera e dice di spingerlo e allontanarlo ogni volta che passa e arriva qualcuno. Tono lamentoso e rude, con pretese di cattiveria e malvagità. Non appena vede e adocchia un posto libero e non occupato, vi si butta e si lancia. 

Due ore più tardi lo incontro e incrocio alla Cou De Rome, davanti e di fronte alla Gare Saint-Lazare, e con un amico e conoscente che gli dice ed esclama: “Dovresti e devi far mettere e applicare un bottone in più sul soprabito”. Gli fa vedere e mostra dove e  il luogo e perché e per quale motivo.

 

Ingiurioso-Amati Andrea

Dopo un’attesa repellente sotto un sole ignobile, sono finito su un autobus immondo infestato da una banda di animali puzzolenti. Un tipo di circa ventisei anni, capello smonco con una corda somigliante a un cavo elettrico e un collo troppo lungo come un’oca. La gente scende e il tipo si infuria con un altro idiota. Questo mucchio di tonti cerca di accaparrarsi tutti i posti di questo catorcio, mi fanno ribollire di rabbia! Se anche solo uno di questi babbi prova a toccarmi, sudicio e fradicio di sudore, giuro che chiamo i loro genitori e il comune. Li farei sbattere in gattabuia solo per aver ucciso sia il mio olfatto, che il mio appetito. Aspetta, uno di questi babbuini si sta lanciando verso di me per acciuffare un bel posticino. Ha le ascelle pezzate che odorano di branzino! No, aspetta, non fare un altro passo, non mi toccare! Aiuto! Non respiro! Meno male che sono uscito appena in tempo da quel putiferio, ma non mi toglierò mai quell’immagine dalla testa, questo è poco ma sicuro! Cavoletti di Bruxelles, mi ha inzuppato il capello. Non ci credo: ancora lui, ma stavolta sta parlando con un suo amico che gli sta dicendo dove mettere un bottone sulla sua orripilante giacca.

 

Olfattivo -Mattia Vertemati

In quel’ Esse meridiano c’erano oltre agli odori abituali, puzza d’abiti nuovi, di defunti presunti, d’uova al burro.

Un tipo di circa 26 anni con un cappello floscio che puzzava di vecchio, con una cordicella che odorava di sugo, doveva aver appena finito di pranzare, collo troppo lungo come se glielo avessero tirato. La gente scendeva dal tram: le signore che profumavano di rose egli sportivi che avevano finito la corsa mattutina che puzzavano di sudore.

Il tizio col collo lungo si arrabbiava con una signora con un quintale di profumo alle fragole. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno, aveva l’ alito che puzzava d’aglio, parlava con tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vide un posto libero si lanciò lasciando una scia di puzza d’ abiti vecchi.

Due ore dopo lo incontrò davanti alla Cou de Rolame davanti alla Gaire Sainziant vicino a una pasticceria da cui usciva un profumo di croassaint appena sfornati, è con un amico che gli dice de mettere un bottone in più al soprabito che puzzava di muffa, gli fa vedere dove (la sciancratura) e perché.

 

Arcobaleno-Elena Bullo

Mi ritrovavo sulla piattaforma di un autobus violetto.

C’era un giovane ridicolo di nome Carlo Azzurri, con un cappello giallo paglia, floscio, fa e in aggiunta una cordicella ocra al posto di un nastro di seta bianco panna.

Con un collo lungo e indaco, come se glielo avessero tirato per interminabili ore nere.

La gente scende con una faccia bordeaux.

Il signor Azzurri si arrabbia con un ragazzo vicino, quest’ultimo dallo stress inizia a diventare blu. 

Gli rimprovera in modo brusco, che non può spingerlo ogni volta che passa qualcuno.

Con un tono verde lamento e pretese di cattiveria rossa.

Dopo due ore gialle, noia lo incontro in uno dei centri d’oro di Parigi: alla Cow de Rome, davanti alla splendente Gare Saint-Lazare. 

È con un amico che gli dice: “ dovresti far mettere un bottone giallo in più al soprabito arancione e zucca”.

Gli fa vedere nella fascia grigia della sciancrato, affiancata da decorazioni carminie e perché. 

 

Sorpresa– Sveva Stefanini

OH madreeeee! Eravamo schiacciati come sardine in scatola, tutti si stavano esaurendo e erano già esauriti e depressi, su quel mezzo pubblico, e diciamoci la verità tutto rottamato con anche i sedili totalmente andati!.

Ad un certo punto si era girato sto sciuro brutto come non so cosa, ma si credeva un belloccio! ma sinceramente mi ha fatto saltare per aria per lo spavento!

Almeno sapeva di non essere bello e non si metteva a parlare con quel poveretto di autista  che faceva questo lavoro solo perché veniva pagato!.

Anche perché se si metteva a parlare l’autista sarebbe scappato e ci avrebbe lasciato a piedi e di conseguenza sarebbe stato licenziato a breve!.

 

Sonetto – Elisa Lamperti 

Tanto gentile la vettura pare

quando piena di persone appare                                                        

ventisei anni aveva

un copricapo floscio indossava

una corda invece di un nastro portò 

un collo sproporzionato, 

sembrava fosse tirato

Un egregio signore si arrabbiò 

con un tono lamentoso

disse che avrebbe spinto ogni persona 

che davanti gli passasse.

Non appena vide un posto libero davanti a una signora 

Si buttò a capofitto.

Alla Cou de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare

un amico gli dice:

un bottone in più al soprabito dovresti mettere.

 

Contadino -Rayan Sadiq 

Nel traffico sulla corriera, lenta come il mio trattore personale.

Un tizio di 26 anni col cappello floscio con una cordicella.

Il tizio assomigliava a una giraffa per il suo collo e per come parlava il francese sembrava un pollo. Mentre la gente scende ,il tizio si arrabbia con un vicino, come un leone, gli urlò con cattiveria addosso per averlo spinto e per essergli stato attaccato per tutto il viaggio ,come una sanguisuga attaccata alla spalla.

Appena vide un posto libero si lanciò come una cavalletta, dopo 2 ore incontrò la stessa persona con cui ha litigato e gli disse, come un cane amichevole ,di mettere un bottone in più al soprabito .

Subito dopo gli fece vedere dove e gli disse perché senza il bottone sembrava una persona disordinata e scortese.

 

Metaforicamente – Colombo Lucrezia

Nel cuore del giorno, gettato in un mucchio di sardine passeggere d’un coleottero dalla grossa corazza biancastra, si trovava un giovane nel fiore della sua età. Indossava un cappello simile a un pomodoro andato a male con la sua lunga foglia al posto del nastro, collo di una giraffa, come se glielo avessero tirato. Il fiume di gente scorreva via. Il tizio in questione diventò nero con un vicino. Gli sputò in faccia che non può spingere le persone come un giocatore di rugby. Un disco rotto che suonava canzonacce cattive e malmostose. Non appena vede un posto libero il giocatore si fionda a conquistare palla. Una gara di triathlon dopo lo incontro alla Cou de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con la sua mosca bianca che gli dice: “Dovresti far mettere un petalo in più al tuo fiore”. Gli fa vedere dove (al gambo) e perché.

Esercizi di stile…della 2A (Prof.ssa Marta Bramati in collaborazione con la biblioteca civica di Vimercate)