Freddo, giovane guerriero, si innamora di Artemide, e anche Artemide lo ama. Artemide però ha fatto un giuramento. Zeus non la prenderà tanto bene …
L’accampamento sorgeva ai piedi della collina di Neis, una città vicino ad Atene. Freddo guardò la piccola città e fece una smorfia. “Uno spreco di uomini soltanto per una piccola città”. Un soldato gli si avvicinò e disse con aria solenne: – Il comandante vi aspetta alla suo tenda – Freddo raccattò l’elmo a terra. “Vengo”- il soldato sparì e Freddo si diresse alla tenda. Il comandante stava litigando con uno schiavo dall’aria malaticcia. “Sei un disastro! Ti avevo chiesto un vino rosso e tu mi hai portato l’acqua!”- lo schiavo aveva la testa abbassata. Freddo entrò e il comandante congedò lo schiavo. “Ti aspettavo, Freddo!”. Il guerriero si inchinò. “Come mai questa udienza?” – il comandante prese la brocca e si versò del vino. “Questa campagna contro la città di Neis … cosa ne pensate?”. “Che è una idiozia” – pensò Freddo, ma la sua risposta fu: “Non saprei, mio signore” – il comandante rise e disse: “Comunque, ho un compito per te”. Freddo si gonfiò di orgoglio dicendo: “Sono ai vostri ordini”. Il comandante si alzò e girò per la tenda. “Alcune vedette mi hanno riferito che un gruppo di donne si aggira per la foresta”. Freddo si accigliò: “Quindi dovrei cacciarle via?- il comandante scosse la testa – No, cercherai di stipulare una alleanza – aggiunse. –Si dice che siano le Cacciatrici di Artemide – Freddo si rizzò: “Cosa? Le Cacciatrici di Artemide?? Guidate da Artemide, la bellissima dea …”, Il comandante mise una mano sulla sua spalla. – Partirai domani, buona fortuna – Freddo uscì dalla tenda e corse verso il suo rifugio (in realtà era una capanna fatta con pelli e ossi di animali). Entrò e si distese sul suo giaciglio. Il suo compagno Nitro intento a pulire il suo scudo si girò. – Cosa è successo? – Freddo gli raccontò quello che gli aveva detto il comandante. Nitro posò lo scudo e sorrise. – Allora la tua passione per Artemide non è mai sparita–. Freddo non rispose e si addormentò. Il giorno dopo Freddo si alzò molto presto. Si infilò l’armatura di pelle, i gambali e l’elmo. Lasciò lo scudo nella tenda.
Uscì e un vento gelido gli scaraventò in faccia una foglia. Freddo se la tolse e borbottò qualcosa in greco. Saltò in groppa a Filo, il suo cavallo.
La foresta non era troppo distante e ci mise pochi minuti per arrivarci. Legò Filo ad un albero e si addentrò nella foresta. Camminò per quasi un’ora ma le Cacciatrici non si fecero vedere. Quando il sole si fece alto Freddo si sedette all’ombra di un albero e dormì per un po’. Si svegliò quando sentì grufolare in vicinanza. Si alzò di scatto e scorse un cinghiale nero che si aggirava per la foresta. Sfoderò la spada e si mosse piano. Per sbaglio calpestò un rametto e il cinghiale si girò. I suoi occhietti rossi puntarono su di lui e lo caricò. Freddo fu investito da quella massa di pelo nero. Sentì un dolore acuto al petto e poi buio. Appena aprì gli occhi davanti a lui vide una donna. Era vestita con un’armatura lucente. La donna sputò per terra. –Ti sei svegliato, finalmente -. Freddo notò l’anello a forma di luna: era una Cacciatrice. I suoi capelli biondo-cenere le ricadevano sulle spalle morbidamente. –Tu s-sei Artemide-e? -. La sua voce tremava. La donna annuì. – Sei uno stupido: ti sei catapultato su quel cinghiale senza un minimo di prudenza -. Freddo si alzò e la guardò. I suoi occhi così penetranti …”Dannato Eros” – pensò Freddo accennando al dio dell’amore.
Artemide non ricambiava il suo sguardo. Freddo raccolse le sue cose.
– Sono stato inviato qui a scopo politico -. Artemide non rispose.
-Vorreste allearvi con noi?-. Artemide scosse la testa.
Noi difendiamo la città di Neis -. La sua voce era insistente. Freddo sorrise piano. – Be’ potreste ripensarci.- Artemide gli diede una spinta leggera. – No, voi siete vigliacchi ad attaccare una città indifesa!-. Freddo sentì una leggera irritazione: che ne sapeva lei dello scopo della campagna? Niente! e allora come si permetteva di dare dei vigliacchi ai suoi compagni!? Il suo rispetto per lei sparì e gridò: –Voi siete delle vigliacche! Quando Atene era attaccata dagli spartani, voi cosa avete fatto? Vi siete schierate dalla parte neutrale, troppo spaventate da noi! E poi parli di noi come dei vigliacchi!
Artemide non disse niente. Mosse un dito e due Cacciatrici entrarono nella tenda. Chinarono il capo e Artemide disse: – Disfate il campo e prendete due arciere … andrò a parlare con gli spartani. Freddo fu colpito dall’ordine. Artemide sfoggiò un sorrisetto verso Freddo come a dire:
“Adesso ci parlo io con sto’ comandante”. Il comandante era stupito. Non lo si poteva biasimare: aveva davanti a lui una dea dell’Olimpo. Freddo, poi, era vicino a lei. – Immagino che siate qua per il contratto -. Artemide lanciò un pugnale che si ficcò vicinissimo alla testa del comandante. – La nostra risposta è no, il guerriero qua vicino è nostro prigioniero -. Freddo la guardò e lei gli sorrise. Il comandante deglutì e annuì: –Va benissimo, arrivederci signora! -. Artemide uscì seguita dalle arciere e da Freddo.
Freddo rimase ospite di Artemide per due mesi. Intanto gli spartani erano già salpati: la campagna contro Neis era fallita. Quindi Freddo rimase lì, da solo. Tra Artemide e Freddo stava nascendo l’amore. Artemide era titubante, poiché sapeva che se avesse infranto il suo giuramento Zeus l’avrebbe punita. Freddo l’amava dal primo giorno che l’aveva incontrata. Insieme facevano cavalcate nella foresta o in vicinanza di Neis. Una Cacciatrice di nome Penelope era invidiosa dell’amicizia tra quel soldato e il suo capo. Il suo piano consisteva nel chiamare un dio (anche a caso) e spifferargli che Artemide si era innamorata; la notizia sarebbe arrivata all’Olimpo e Zeus si sarebbe arrabbiato. Decise di chiamare Afrodite e le raccontò dell’amore tra Artemide e un soldato. Afrodite felice di spargere questo pettegolezzo raggiunse l’Olimpo. La notizia si sparse e Zeus si adirò. Mentre il pettegolezzo si diffondeva Artemide e Freddo si trovavano vicino al fiume. I due, vicini, si confidavano. – Io ho fatto questo giuramento … perché ero arrabbiata con gli uomini -. Freddo annuì: –Anch’io ero arrabbiato ma con tutti -.
Artemide piegò la testa. – Mio padre mi ha abbandonato insieme a mia Madre -. La dea lo baciò sulla guancia. – Sei così dolce…-. Freddo sorrise.
Furono interrotti da uno sbattere di ali. Ermes, il messaggero degli dei, comparve davanti a loro. I due si separarono, ma il dio li aveva visti.
–Tranquilli, non dirò niente a Zeus … tanto è già arrabbiato -. Artemide sbiancò. – Sei convocata sull’Olimpo -. Ermes sparì e Freddo guardò la dea: –Cosa è successo?-. Artemide gli spiegò. Lui saltò sul suo cavallo. –Vai, io ti aspetterò-. Artemide raggiunse il monte. Corse al palazzo dove Zeus l’aspettava. Lei chinò la testa. – Padre…-. Zeus la zittì: –Zitta! Avevi fatto un giuramento!!!-. Artemide non rispose. –Adesso a pagarne le conseguenze sarà quel soldato!-. Artemide alzò lo sguardo: –Cosa? No, non farlo!-. Zeus non l’ascoltò e la spedì di nuovo sulla riva del fiume. Freddo era vicino a lei, ma era disteso. Era pallido e sembrava quasi morto. Artemide gli andò vicino e vide una ferita sul petto di Freddo.
–Artemide…-. La dea si chinò su di lui: – Dimmi tutto, Freddo -. Il soldato tossì –. Io … ti amo … – Artemide pianse. Freddo sorrise: – Non piangere, doveva capitare prima o poi …- Artemide si asciugò gli occhi e sorrise –Non ti dimenticherò, Freddo, … mai, perché solo tu hai conquistato il mio cuore-.
Freddo morì là, vicino alla persona che amava di più. Zeus da lassù, vedendo la figlia triste ne ebbe compassione e decise di trasformare Freddo in un cavallo. Artemide vide il corpo di Freddo trasformarsi in uno splendido cavallo nero. Da allora Artemide cavalcò solo Freddo.
Ogni notte da cavallo Freddo sarebbe diventato di nuovo umano, in modo da stare sempre vicino alla sua amata. Artemide e Freddo furono un tutt’uno. Zeus sorrise piano: alla fine la felicità dei suoi figli contava più di tutto.