I fiumi e i laghi asiatici…parlanti! (Classe 3E, prof.ssa Patrizia Motta)

Il tema comune è l’acqua: i ragazzi e le ragazze hanno individuato un fiume o un lago dell’Asia e hanno, a loro scelta, inventato un ipotetico viaggio o hanno dato voce al fiume, facendolo parlare per raccontare la propria storia.

Ecco i loro lavori!

 

“Lungo il Mekong” – Beatrice Piazzahttps://www.canva.com/design/DAEzpnqiqTw/LmNmIzszM1foil8FLiTOLg/view?utm_content=DAEzpnqiqTw&utm_campaign=designshare&utm_medium=link&utm_source=sharebutton

“Viaggio sul Gange” – Gaia Crippa: https://drive.google.com/file/d/1t07_R-X-Zuaq8n04_nICgZBPp0f-fZk0/view

“Lungo le sponde del Lago d’Aral” – Chiara Marini: https://www.canva.com/design/DAE1uB-voYo/y1VFxKpVQH7SeEzp76flYA/view?utm_content=DAE1uB-voYo&utm_campaign=designshare&utm_medium=link&utm_source=publishpresent

“Lungo il Volga” – Emanuele Oliveri: https://prezi.com/view/HT0hXQjmGyDZ3H4mz25z/

Le parole del Gange – Ada Cantù

Carissimi,

sono il fiume Gange. Per chi ancora non mi conoscesse nasco dalle montagne dell’Himalaya, attraverso India e Bangladesh e per finire mi tuffo nell’Oceano Pacifico, specificamente nel golfo del Bengala, dove abbraccio il mare con un’ampia foce a delta. In tutto percorro circa 2507km e attraverso molte città, tra cui Calcutta e Varanasi.

In questa lettera, vorrei parlarvi della mia relazione con la religione induista, che è molto solida e antica; infatti, sono il fiume più religiosamente significativo del mondo. Per gli indù sono una figura sacra e vengo incarnato nella Dea Ganga, dalla quale deriva anche il mio nome, che è spesso raffigurata come una bella donna con una corona bianca in sella ad un Makra (una creatura con la testa da coccodrillo e la coda da delfino). La Dea ha solitamente quattro braccia e viene rappresentata con una varietà di oggetti che vanno dalle ninfee a un rosario. E, in onore di questa Dea, vengo chiamato anche Ma Ganga o Mother Ganga. Secondo gli indù, inoltre, le mie acque sono purificatrici, e credono che qualsiasi rituale eseguito sulle mie rive o nelle mie acque, porti fortuna e che pulisca dalle impurità. Se solamente si toccano le mie acque viene perdonato un solo peccato ma se invece ci si tuffa, si ottengono benedizioni celesti. Esistono anche molti miti legati alla mia nascita, grazie alle tradizioni orali dell’India e del Bangladesh.

Un mito, secondo un antico testo indù, illustra come il Signore Vishnu abbia fatto un buco nell’universo con la punta del piede, permettendo alla Dea Ganga di fluire sui suoi piedi in cielo e sulla terra come le acque del Gange. Poiché entrò in contatto con i piedi di Vishnu, Ganga è anche conosciuta come Vishnupadi che significa una discesa dai piedi di loto di Vishnu. Un altro mito descrive in dettaglio come Ganga fosse intenzionata a provocare il caos sulla terra con la sua discesa come un fiume in tempesta in cerca di vendetta. Al fine di prevenire il caos, Lord Shiva catturò Ganga nei grovigli dei suoi capelli, rilasciandola nei torrenti che diventarono la fonte del fiume Gange. Un’altra versione di questa stessa storia racconta come fu Ganga stessa a essere persuasa a coltivare la terra e le persone sotto l’Himalaya, e chiese a Lord Shiva di proteggere la terra dalla forza della sua caduta prendendola tra i capelli.

Sulle mie rive, durante l’anno si succedono tante festività e celebrazioni. Ad esempio, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno (sul calendario gregoriano) e nel decimo mese Jyestha, esiste una celebrazione: il Ganga Dussehra dove si celebra la mia discesa dal cielo alla terra. In questo giorno, bisogna tuffarsi nelle mie acque mentre si invoca la Dea Ganga, che purificherà i peccati e cancellerà i problemi fisici. Il Kumbh Mela, un altro rituale sacro, è una festa indù durante la quale i pellegrini si bagnano nelle mie acque. La cerimonia si svolge nello stesso posto solo ogni 12 anni. È considerato il più grande raduno pacifico del mondo ed è inserito nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

Sebbene le mie acque sacre siano legate alla purezza spirituale, sono uno dei fiumi più inquinati del mondo. Quasi l’80 percento delle acque reflue scaricate nel fiume non è trattato e la quantità di materia fecale umana è oltre 300 volte il limite fissato dalla Commissione centrale per il controllo dell’inquinamento dell’India. Ciò si aggiunge ai rifiuti tossici causati dallo scarico di insetticidi, pesticidi e metalli e inquinanti industriali. Questi pericolosi livelli di inquinamento non dissuadono però gli indù dalle loro celebrazioni. Nel 2014, il governo indiano si è impegnato a spendere quasi $ 3 miliardi in un progetto triennale di bonifica, anche se nel 2019 il progetto non era ancora iniziato.

Quindi, chiedo il vostro aiuto, almeno affinché possiate bonificarmi almeno in parte. Oltre a farmi carico di tutti i vostri rifiuti, svolgo un ruolo più nobile che è quello di accogliere le ceneri dei defunti che vengono sparse lungo il mio corso.

Detto questo, vi auguro un buon 2022, pieno di speranza e felicità.

I fiumi e i laghi asiatici…parlanti! (Classe 3E, prof.ssa Patrizia Motta)