Delitto “quasi perfetto” (Luca Mazzilli 2^A)

Siamo a Londra, in una tiepida giornata d’estate.
Il sole splende anche se ogni tanto viene coperto dalle nuvole. Sembra una giornata come tutte le altre, forse quasi più bella perché a Londra non splende sempre il sole. Di prima mattina però, l’investigatore George Oliver riceve una chiamata disperata che ribalta la giornata. A chiamarlo è la signora Elsie Smith che tra lacrime e singhiozzi gli comunica di aver appena trovato il cadavere di suo marito nel suo studio. George Oliver, insieme al suo aiutante ed amico Thomas Baker, si reca immediatamente a casa Smith. Appena arrivati si trovano davanti ad una grande villa antica, di molto valore e ben ristrutturata.

Entrando nella casa percepiscono ancora di più il grande valore di questa villa. Ad accoglierli trovano Elsie Smith, una giovane e bellissima donna e Ilary Smith, una giovane ragazza che dice di essere la nipote della vittima. “Lui era un conte molto ricco e anziano, un uomo buono e ingenuo!” dice Ilary Smith. “È stata lei ad ucciderlo! L’ha sposato solo per i soldi, era solo questo quello che voleva” continua la ragazza. La moglie non risponde alle accuse, è visibilmente scossa. Hilton Smith era effettivamente un uomo molto ricco e anziano. Aveva lavorato duramente per ottenere quello che aveva e dopo la morte della prima moglie aveva deciso di risposarsi con questa giovane donna. Nessuno sapeva dove si erano conosciuti.

Dopo aver ascoltato le due signore e aver esaminato il luogo del delitto, i due investigatori iniziano a fare le loro ipotesi. “È stato ucciso nel suo studio, probabilmente ieri sera, ma non c’è nessuna traccia, non sembra esserci entrato nessuno tranne il signor Smith” dice l’investigatore George Oliver. “Sicuramente l’assassino ha studiato a lungo le sue mosse, ma avrà sbagliato qualcosa e lasciato una traccia, anche se piccola” ribatte Thomas Baker. In effetti, aveva ragione.

I due investigatori tornano nel tardo pomeriggio sul luogo del delitto e iniziano ad ispezionare ogni centimetro dentro e fuori la casa; ed è proprio lì che trovano la traccia. Un’impronta di scarpa maschile proprio fuori dalla finestra dello studio della vittima. La sera prima aveva piovuto e la mattina dopo il sole aveva seccato l’impronta, inoltre la finestra dello studio era leggermente aperta. Dopo aver trovato questa traccia, averne parlato con la moglie e la nipote della vittima, l’assassino è stato trovato in pochi minuti: John Harker. Era uno scienziato povero, cugino di Elsie Smith. Era sempre stato gentile e riconoscente nei confronti della vittima che lo aveva più volte aiutato. Quella sera però John Harker andò a casa Smith per chiedere una somma di denaro troppo alta che la vittima si rifiutò di dargli. Così, uscito di casa, andò sul retro e, grazie alla finestra che il signor Smith teneva sempre aperta, lanciò con molta precisione un boomerang contenente delle piccole lame che uccisero il signor Smith in un solo colpo.
La sera stessa i due investigatori riescono quindi a risolvere il caso e ad arrestare il colpevole.

                                                                                                                                                                                                                                                               Luca Mazzilli 2^A

Delitto “quasi perfetto” (Luca Mazzilli 2^A)