Gli alunni della scuola Saltini e Calvino, insieme con alcuni studenti dell’, Einstein hanno partecipato alla commemorazione dei giovani partigiani vimercatesi uccisi il 2 febbraio 1945 promossa dall’ ANPI.
Ecco il discorso letto dai nostri alunni e preparato dalla prof.ssa Patrizia Motta, con la rielaborazione di contenuti tratti dai libri “Ribelli per Amore della Libertà” (Carlo Levati) e “Vimercate nella storia contemporanea” (Sergio Cazzaniga, Alberto Mauri).
Alessandro 3C
Alle 7.10 del mattino di ottant’anni fa, venerdì 2 febbraio 1945, sul campo di aviazione di Arcore venivano fucilati alla schiena da un plotone di fascisti 5 partigiani vimercatesi: si chiamavano Emilio Cereda, Renato Pellegatta, Aldo Motta, Luigi Ronchi, Pierino Colombo.
Il 29 dicembre 1944 avevano predisposto con i partigiani di Rossino, i giovani del Fronte della Gioventù e alcuni ragazzi dell’Oratorio un secondo attacco al campo di aviazione di Arcore, dove venivano messi a punto gli aerei, si riparavano i mezzi corazzati e i veicoli tedeschi. Il piano venne attuato di sera e consisteva nel bloccare la pattuglia fascista di ronda e in seguito sabotare gli aerei e i camion militari. Durante l’attacco, perse la vita il comandante Iginio Rota.
Solo l’intervento di una spia fascista di Vimercate portò all’identificazione del comandante e successivamente a fornire i nomi e all’arresto degli altri componenti della brigata che nel frattempo erano fuggiti per mettersi in salvo. Dopo l’arresto, attuato da parte della squadra politica di Monza, i giovani vennero portati prima nel carcere di Monza poi a San Vittore a Milano. Il 29 gennaio 1945 il Tribunale Militare Straordinario di Guerra di Milano pronunciò la sentenza, dichiarando Pellegatta Renato, Ronchi Luigi, Colombo Pietro, Cereda Emilio, Motta Aldo responsabili di tutti i reati loro ascritti, tra cui l’appartenenza a bande armate a danno della Repubblica Sociale Italiana e delle due organizzazioni civili e militari in Vimercate e il sabotaggio di opere militari, inoltre li condannò a morte mediante fucilazione alla schiena.
___________________________________________________________________
Nicolò 1C
Come ultima volontà i giovani chiesero di essere fucilati in piedi, al petto e senza benda sugli occhi, poiché erano patrioti, non traditori. Questa richiesta fu loro negata.
Al momento dell’esecuzione, prima della scarica fatale, i cinque partigiani gridarono all’unisono: “Viva la Libertà!” e “Ciao mamma”. Il Corriere della Sera dava in poche righe la notizia, definendo “banditi” questi giovani caduti per la liberazione dell’Italia, mentre Radio Londra diede risalto all’evento, aggiungendo i nomi delle spie che avevano contribuito all’identificazione dei partigiani.
___________________________________________________________________
Giacomo 2D Calvino
Erano giovani che come tanti altri avevano fatto una scelta, quella di ribellarsi alla soggezione dell’Italia al nazismo e al collaborazionismo della Repubblica di Salò per riscattare l’Italia e per renderla libera e democratica. Come ha detto Carlo Levati erano RIBELLI, VERI PATRIOTI. Dopo l’armistizio si ritrovano a Vimercate e si riuniscono, dando vita spontaneamente a uno dei gruppi militarmente più attivi della Brianza con un’intensa attività di guerriglia.
__________________________________________________________________
Emma 2C
RENATO PELLEGATTA, detto RENA, aveva 21 anni. Era nato a Vimercate in via Rossino 5. Era figlio di operai, ex paracadutista e convinto antifascista. Dopo l’8 settembre 1943 si era unito alla 103° Brigata Garibaldi, portando la sua vecchia macchina da scrivere per redigere dei volantini che incitavano gli operai e i trebbiatori a sabotare il lavoro e le macchine.
LUIGI RONCHI, detto NABO, aveva 24 anni. Era nato a Vimercate in via Crispi 7. Anche lui era figlio di operai, fu ex bersagliere del 10° Reggimento, entrò a far parte della 103° Brigata Garibaldi, partecipando a diverse azioni insieme al suo gruppo. Durante il processo per l’assalto al campo di aviazione un soldato fascista lo riconobbe come compagno d’armi in Russia e cercò invano di salvarlo dicendo ai giudici che era un soldato valoroso.
___________________________________________________________________
Andrea 1C
PIERINO COLOMBO, detto RABO, aveva 24 anni. Era nato a Vimercate in via Palestro 1. Aveva fatto parte del 54° Reggimento Fanteria. Dopo l’8 Settembre del ‘43 recuperò le armi ed entrò a far parte della 103° Brigata Garibaldi, mettendo in atto alcuni attacchi, tra cui i due attacchi al campo di aviazione di Arcore.
EMILIO CEREDA detto CID, aveva 24 anni. Era nato in via Vittorio Emanuele 11. Rientrato a Vimercate dopo aver prestato servizio militare nell’Arma del Genio, ritrovò il suo amico Pierino Colombo che gli propose di far parte del nucleo di resistenza antifascista che si stava formando a Vimercate. Entrò nel gruppo portando in dote una rivoltella trattenuta dopo l’8 settembre. Partecipò a diverse azioni di sabotaggio fino al 29 Dicembre 1944.
___________________________________________________________________
Lorenzo 2B
ALDO MOTTA, detto MIRKO, aveva 23 anni. Era nato a Vimercate in via Cesare Battisti 8. Era amico d’infanzia di Carlo Levati. Prima del ‘43 era in Jugoslavia, era Caporal Maggiore e comandava una stazione radio-telegrafica in Croazia dove l’esercito italiano combatteva contro i partigiani di Tito. Tornato a Vimercate, si mise in contatto con altri partigiani e fu uno dei fondatori del nucleo di resistenza antifascista.
IGINIO ROTA, detto ACCIAIO, aveva 24 anni. Era nato a Villa D’Almè da famiglia impiegatizia e militava nelle file del PCI. Aveva prestato servizio militare presso l’8 Reggimento Autieri di Bologna come sergente. Dopo l’8 settembre Iginio sostituì il padre al Linificio e Canapificio di Vimercate in qualità di capo officina. Nel 1944 entrò a far parte della 103° Brigata Garibaldi e gli venne affidato il comando. Così ne nacque il primo distaccamento “Vincenzo Gabellini”.
___________________________________________________________________
Vittoria 2C
Qualche giorno dopo l’esecuzione, Elvira Corbetta e Gino Origgi si recarono dalle famiglie dei sei partigiani a chiedere le fotografie dei loro cari per poter produrre un ritratto fotografico dei martiri. Ricevuto il consenso, Gino ed Elvira fecero riprodurre, in uno studio fotografico a Sesto San Giovanni, 1000 fotografie per quadri grandi e 2.000 per biglietti tascabili, che poi vennero distribuiti clandestinamente.
La notizia della fucilazione si sparse in un baleno e le popolazioni di Vimercate e dei paesi limitrofi si recarono sul luogo dell’eccidio, sfidando i posti di blocco dei fascisti. Fu un pellegrinaggio di popolo, spontaneo e coraggioso, una dimostrazione ai fascisti che la gente non aveva paura di affrontarli. Era una sfida aperta che dava la misura del legame fra popolo e Resistenza ed era il preludio della insurrezione imminente.
Il 13 maggio le salme dei martiri vennero traslate dal cimitero di Arcore a quello di Vimercate e allineate presso il muro di cinta della proprietà del conte Borromeo a Oreno. Un grande corteo commosso e partecipe accompagnò le salme.
___________________________________________________________________
Emma 2B
Il 19 maggio la maestra Pina Vignarca Motta, di fronte agli scolari della scuola elementare di Vimercate, davanti alle tombe dei martiri vimercatesi, rivolgeva loro con parole toccanti e cariche di emozione, definendoli artefici della Liberazione del nostro Paese al pari degli eroi del Risorgimento e ricordando l’esempio del maestro Salvatore Principato, martire di Piazzale Loreto, che anche a Vimercate aveva insegnato.
Rivolgendosi poi agli scolari diceva:
“Bambini che siete qui adunati in un rito di amore, voi siete nell’età dei sorrisi e delle gioie serene e avete avuto la sfortuna di vivere in un periodo di sofferenza e di orrori: respirate nell’atmosfera di libertà, inchinatevi sulle tombe dei Martiri che vi sorridono dal cielo, pregate per loro e il loro esempio vi sia di guida nel futuro che dobbiamo ricostruire sulle basi della bontà, dell’onestà e della fratellanza.
Date fiori agli eroi e ricordate:
CHI PER LA PATRIA MUORE VISSUTO E’ ASSAI
CHI PER LA PATRIA MUORE NON MUORE MAI”
Ecco alcune foto della mattinata.