Pedalando in Paradiso (Andrea Pioltelli, 2E_ Prof.ssa Patrizia Motta)

Un martedì di agosto io e il mio amico Nicolò con i nostri papà ci siamo recati in un piccolo paesino della Val Camonica chiamato Cimbergo per noleggiare delle e-bike (mountain bike con pedalata assistita) e trascorrere una giornata immersi nella natura. Appena arrivati c’era un clima molto piacevole: era talmente fresco che abbiamo dovuto metterci la felpa, c’era una brezza godibile e si respirava molto meglio rispetto alla città soprattutto dopo un periodo di caldo estremo che da poco ci eravamo lasciati alle spalle. Successivamente abbiamo conosciuto Stefano, proprietario delle e-bike che ci ha spiegato come funzionavano le nostre bici visto che sono dotate di pulsanti per poter aumentare o meno il livello di assistenza alla pedalata, potendo aiutare il ciclista durante i tratti più impegnativi.

Una volta messe tutte le protezioni adeguate siamo partiti. Dopo circa 200m abbiamo intrapreso un sentiero sterrato e incominciammo a salire attraversando le piccole baite di questo paese. Le salite erano molto ripide e con il terreno sconnesso, ma, con l’aiuto delle nostre biciclette nulla ci spaventava. Incominciammo ad entrare nel bosco e a sentire gli odori della natura: muschio umido, il cielo aperto e limpido, il grande sole luccicante che filtrava tra i grandi alberi, la terra bagnata, i fiori profumati…  Ci eravamo distanziati l’uno dall’altro e mentre salivo sentivo solamente il rumore delle ruote e dei pedali che giravano incessantemente, ma soprattutto la cosa che mi ha impressionato di più era l’assoluto silenzio che ci circondava. Stefano ci indicava la strada che saliva con tratti ripidi ed impervi ma fortunatamente non eravamo distanti dalla nostra prima tappa: il rifugio Colombè. Quest’ultimo si trovava su un grande prato pianeggiante con dei tavoli all’aperto per fare picnic o brevi soste. in quell’ampia radura e a quell’altitudine c’era una vista mozzafiato sulla vallata sottostante e, dato anche la giornata favorevole, riuscivamo a vedere in lontananza anche il lago d’Iseo. Ne approfittammo per fare qualche foto, riposarci e bere e ammirare il panorama straordinario. Dopo questa breve tappa risalimmo in sella alle nostre bici per la seconda tappa. Il percorso incominciava a scendere e la sensazione di pace e tranquillità avvertita poco prima svanì lasciando spazio a velocità adrenalina e divertimento, quelle salite che poco prima ci avevano fatto “soffrire” ora ci regala vano forti emozioni e in un tempo relativamente breve scendemmo di quasi 500m e raggiungemmo il rifugio Volano dove ci saremmo fermati per la pausa pranzo. Situato all’interno di una piccola vallata questa baita di legno e pietra era veramente caratteristica ed accogliente. Mentre Stefano dava una controllata alle biciclette, io e i miei compagni d’avventura ne approfittammo per fare un giro nei dintorni dove erano presenti diversi spazi per potere mangiare e rilassarci in assoluta tranquillità. La vallata ospitava un piccolo ruscello e attraversato un ponticello di legno ci fermammo a scattare qualche foto. Le cime montane, prati e ruscelli costituivano un’ immagine da cartolina! Ero quasi sorpreso che a pochi passi da casa si potessero incontrare paesaggi così caratteristici e poco conosciuti che nulla hanno da invidiare a luoghi ben più famosi. Una volta seduti a tavola ordinammo i piatti tipici di quei posti: pizzoccheri, polenta e formaggio fuso. Il cibo era delizioso, la temperatura gradevole e il paesaggio davvero magico, ci fecero trascorrere il pranzo in un modo piacevole e sereno. Io ero impaziente ed entusiasta di salire nuovamente in sella, ma i nostri genitori più cauti e un po’ affaticati si presero qualche minuto in più per potersi riposare.

Pronti… via! Riniziò la discesa ma a differenza delle precedenti il sentiero stretto e sabbioso, le radici degli alberi esposte e la scarpata sul lato destro che scendeva verso il fiume mettevano un pizzico di paura pertanto dovetti prestare la massima attenzione, ma fortunatamente il tratto era abbastanza breve e subito dopo il percorso si allargò rendendo il passo molto più agevole e scorrevole e la velocità aumentava notevolmente. I rumori dei sassi e delle pietre si scontravano contro il telaio delle e-bike e si facevano sempre più forti curva dopo curva, discesa dopo discesa arrivammo alla soglia del paesino dove il percorso cambiò radicalmente lasciando spazio alle prime case circondate da prati verdi e campi coltivati. Poche curve e ci ritrovammo sulla strada asfaltata dove, dopo tutte quelle buche, pietre e terra sembrava di pedalare sul velluto e infatti visto il breve tragitto che ci separava dall’arrivo, fu un vero piacere lanciarsi a tutta velocità per un ultimo sprint un po’ esagerato.

Riportate le bici nel deposito, ringraziammo Stefano per averci guidato in questi luoghi meravigliosi ed averci fatto vivere delle emozioni uniche che ricorderò per sempre.

 

 

 

Pedalando in Paradiso (Andrea Pioltelli, 2E_ Prof.ssa Patrizia Motta)