Nell’anno 2017 la Prof.ssa Martino, insieme al Dirigente Scolastico e agli alunni della redazione del giornale scolastico, Saltini Time, sono stati invitati al Quirinale per un incontro con il Presidente Mattarella.
In quell’occasione, il Presidente della Repubblica ha ricevuto soltanto 9 scuole fra tutte le Istituzioni scolastiche di primo grado d’Italia e, tra queste, ha convocato il nostro istituto.
Una delegazione di 30 alunni (gli studenti del Laboratorio di Giornalismo curato dalla Prof.ssa Martino e gli alunni RCR delle classi seconde e terze) è così partita alla volta di Roma e ancora oggi è possibile trovare le informazioni circa l’incontro sul sito del Quirinale, ai link: https://www.quirinale.it/elementi/575 e https://www.quirinale.it/elementi/7631
In un piacevole pomeriggio di febbraio, insieme alla Prof.ssa Martino, ad alcuni alunni della classe 3^A e della classe 2^E, ho intervistato Lucrezia Frizza e Filippo Miotti, ex giornalisti della redazione del Saltini Time 2017.
Prima di quell’esperienza, avevi mai pensato che un giorno avresti incontrato il Presidente della Repubblica?
Lucrezia: “No, non avevo mai pensato che un giorno avrei incontrato il Presidente, ma non pensavo nemmeno che ciò potesse essere impossibile perché non sai mai cosa ti può capitare nella vita. Tuttavia, mi ritengo molto fortunata poiché le scuole scelte erano davvero poche”.
Filippo: “Fino a quel momento non avevo mai pensato di poter incontrare il Presidente… perché alla fine è sempre il Presidente! Di conseguenza, è stata un’esperienza particolare ma eccitante”.
Qual è stata la prima cosa che hai pensato di dover fare: andare dal parrucchiere? Comprare un nuovo abito elegante?
Lucrezia: “Questa è una delle cose che ricordo meglio di quell’esperienza. Quello che ho pensato di dover fare per primo è stato come vestirmi. Sapevo che sarebbe stata una scelta difficile; mi ricordo che appena l’ho detto a mia mamma si è messa a cercare di qua e di là i vestiti che avrei potuto indossare. Alla fine, ho scelto una camicetta e dei pantaloni con un maglioncino molto formale, sembravo una vera giornalista!”
Filippo: “Mi ricordo benissimo che quell’anno avevo delle Air Force One bianche, che si erano sporcate dopo due mesi che le indossavo ed erano ridotte malissimo. Non avevo altre scarpe da mettere, quindi la prima cosa che ho pensato era che dovessi comprarne un nuovo paio. In quel periodo andavano di moda le Stan Smith, ma il problema era che erano bianche e verdi e quindi non molto formali. Allora ho passato tutto il pomeriggio con mia mamma, tra i negozi della Brianza, a cercarle nere per far sì che si abbinassero al resto del vestiario; per fortuna alla fine le ho trovate!”
Com’è stato conoscere il Presidente della Repubblica? Che emozioni hai provato nel trovarti davanti alla persona più importante d’Italia? Eri angosciato/a, impaurito/a, emozionato/a, euforico/a?
Lucrezia: “Sicuramente ero emozionata. Avevo già visitato Roma, ma l’idea di tornarci dopo qualche anno mi rendeva molto felice. Quando poi ho scoperto di dover incontrare il Presidente della Repubblica ero comunque felice, ma allo stesso tempo ansiosa perché avrei incontrato una figura di importanza nazionale. Per me, però, il viaggio a Roma era già iniziato con tutte le preparazioni dei giorni precedenti che mettevano sempre più entusiasmo”.
Filippo: “Quando la professoressa Martino ci ha parlato di questa esperienza ero molto felice, non solo per l’idea che avrei fatto un bel viaggio con gli amici, ma anche perché avrei fatto una gita in più degli altri! Dopo un po’, però, ho realizzato quanto sarebbe stata bella l’esperienza, soprattutto per il fatto di poter incontrare il Presidente della Repubblica; ero curioso di vedere una persona così importante e di riferimento per la Nazione ed ero molto contento di potergli fare delle domande che gli altri ragazzi ed io avevamo preparato”.
Qual è stata la prima cosa che hai pensato quando hai scoperto che avresti incontrato il Presidente della Repubblica?
Lucrezia: “Inizialmente ero abbastanza nervosa, perché avrei incontrato una persona che vediamo sempre sullo schermo della televisione ma mai dal vivo ed era una persona di importanza nazionale. Poi, però, scambiandoci qualche parola ho capito che era una persona come tutti noi e, nonostante potesse sembrare molto seria, anche simpatica!”
Filippo: “Chiaramente conoscere una persona così importante suscita un’emozione particolare. All’inizio avevo un po’ di ansia perché non sapevo come mi sarei dovuto comportare, ma poi ho scoperto che era una persona come tutti noi”.
In quale stanza è avvenuto l’incontro? La potresti descrivere? Conservi qualche foto?
Lucrezia: “Conservo una foto, però non mi ricordo precisamente come fosse fatta la stanza. Ricordo che era molto grande, con un leggio dove si è posto il Presidente Mattarella e moltissime sedie per gli studenti che riempivano la stanza. C’era, inoltre, una marea di telecamere che mettevano anche un po’ d’ansia! Ciò che mi ha colpita di più sono stati sicuramente i lampadari, perché facevano talmente tanta luce che quasi ci accecavano!”
Filippo: “La stanza era alta come forse due piani, entrambi pieni di telecamere che mettevano ansia. C’erano, inoltre, questi lampadari giganteschi di cristallo e avevo paura che cadessero”.
Avete detto che le telecamere mettevano ansia, ma tra le emozioni provate, prevaleva la gioia o l’ansia?
Lucrezia: “La gioia era molta, ma avendo il Presidente lì davanti ai tuoi occhi un po’ d’ansia c’era”.
Filippo: “L’ansia era molta, sia perché saremmo apparsi in televisione, sia perché avremmo incontrato una persona molto importante. Ma ero molto felice perché era un’esperienza che non tutti avrebbero potuto vivere”.
Secondo te, quali emozioni avrà provato il Presidente Mattarella nell’incontrare voi ragazzi?
Lucrezia: “Mi ricordo bene la sua espressione e sembrava molto felice, cercava quasi di farsi nostro amico! Un’altra cosa che mi ricordo è che continuava a ringraziarci e, inoltre, ci aveva detto che il Quirinale è casa nostra e deve essere trattata con rispetto”.
Filippo: “Anche secondo me per il Presidente avere l’occasione di poter entrare in contatto con ragazzi totalmente estranei al mondo della politica e staccare un po’ da quelli che erano i soliti incontri può essere stato emozionante”.
Prima dell’incontro con il Presidente, hai visitato il Quirinale. Ti ha stupito? Come te lo immaginavi? Cosa hai trovato invece?
Lucrezia: “Di certo visitare il Quirinale è stato molto bello, nonostante io fossi già stata a Roma. Sembrava un castello: aveva enormi finestre e tende giganti che percorrevano tutte le stanze”.
Filippo: “Era come me lo aspettavo, non ha deluso le mie aspettative. Aveva molte decorazioni; sembrava quasi un museo dove non potevi toccare niente perché magari si rompeva e dopo lo dovevi pagare. Inoltre, i lampadari di cristallo mi mettevano ansia perché pensavo che potessero cadere!”
Ti piacerebbe incontrare nuovamente di persona il Presidente Mattarella?
Lucrezia: “Credo di sì, perché in questi anni sono cresciuta e potrei capire meglio le parole del suo discorso che magari sei anni fa erano troppo difficili per me. Inoltre, sarebbe bello avere ancora questa occasione per una questione personale di crescita”.
Filippo: “Anche a me piacerebbe incontrarlo nuovamente perché capirei più cose, ma mi piacerebbe avere un discorso con il Presidente e non solo delle domande da porgli perché crescendo si inizia a interessarsi a questioni che magari quando si è più piccoli non si considera nemmeno”.
Che effetto vi fa vederlo in TV oggi?
Lucrezia e Filippo: “Quando lo vedo in televisione penso che io l’ho visto di persona e mi ricordo della fantastica esperienza”.
Oltre al Quirinale, avete visitato altri luoghi? Quali sono state le impressioni generali?
Lucrezia: “Quel giorno abbiamo camminato molto, ma non ci siamo soffermati a guardare ogni singolo monumento perché non c’era abbastanza tempo. Mi ricordo, però, che siamo entrati a visitare il Colosseo, oltre ad aver visto Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e altri luoghi”.
Filippo: “Abbiamo visto diversi monumenti, ma quello che mi ha colpito di più è stato il Colosseo perché, nonostante lo avessi già visto qualche anno prima, me lo ricordavo più “nuovo” e meno in rovina”.
Rachele Miglioli 3^A