San Valentino
Ciao a tutti!
Come state?
Spero tutto bene!
Quest’oggi desidero parlarvi di un giorno di Febbraio, che alcuni considerano una celebrazione, altri no, la credono anzi una festa consumistica e priva di qualsiasi significato.
Avete indovinato di cosa sto parlando?
Ma di San Valentino, ovviamente!
Quindi, in questo articolo, vi spiegherò la mia opinione riguardo a ciò e anche un po’ di storia e letteratura della “festa”.
Parto col dire che io sinceramente credo di trovarmi al centro della bilancia. Insomma, è vero, è diventata una festa abbastanza futile, creata per far spendere soldi alle persone, però, dai, è anche il giorno ufficiale dell’amore!
Ritengo che l’amore, in realtà, debba essere celebrato ogni giorno, benché non sempre le persone se ne ricordino…
Invece, a parer mio, San Valentino può essere visto come un giorno in cui le persone (gli innamorati, ufficiali o meno) si ricordano dell’importanza e del valore della persona che amano e, in generale, del particolare sentimento quale è l’amore.
Io mi reputo una persona alquanto romantica, perciò non posso che apprezzare San Valentino, però devo ammettere che è bello, sì, ma senza esagerare!
In questi ultimi anni stanno spopolando le super sorprese romantiche, con palloncini a cuore, candele, petali di rosa, orsacchiotti, anelli di fidanzamento, e chi più ne ha più ne metta.
Sinceramente, tutte queste smancerie sono fin troppo anche per me.
Insomma, non sarebbe meglio una bella lettera scritta col cuore?
Ma ora parliamo della storia e della letteratura dietro alla facciata tutta rosa e fiori di San Valentino!
Infatti non tutti sanno che questa ricorrenza affonda le sue radici in un passato antichissimo.
San Valentino è infatti il santo delle storie d’amore e dei malati.
Però, il merito per aver introdotto San Valentino anche nella narrativa, si deve a Geoffrey Chaucer, famoso per aver scritto i Racconti di Canterbury (una raccolta di storie di differenti generi, che parlano dell’amore, del tradimento e dell’avarizia) è stato autore anche di “The Parliament of fowls”, tradotto, “Il Parlamento degli uccelli”, verso la fine del ‘300 e in onore del matrimonio tra Riccardo II e Anna di Boemia. Scritto con uno stile simile all’Amor Cortese.
Qui associa la figura di Cupido a San Valentino.
Ci sono anche alcune leggende legate a questo santo… per esempio si narra che un giorno San Valentino riuscì a placare il litigio tra due fidanzati offrendo loro una rosa.
Ecco, questa cosa secondo me è abbastanza rappresentativa. Non organizza una mega festa, non dà regali costosi ai due innamorati, dona semplicemente una rosa.
Il vero significato di San Valentino infatti è questo: gioire delle semplici cose, delle piccole seppur significative dimostrazioni di affetto, sentimento che può essere dimostrato sia attraverso l’amore, ma anche attraverso l’amicizia.
Non nasce per essere una festa consumistica, ma per bloccare le persone dalla routine quotidiana che talvolta le opprime, e far vivere loro un momento speciale e romantico con la persona, o, perché no, con le persone, a cui vogliono bene, e che sanno essere importanti per loro, che le rendono migliori ogni giorno e ne riempiono il cuore ogni volta che le vedono.
Perché alla fine secondo me l’amore è anche un po’ questo, essere consapevoli, da ambo le parti della coppia, che non sempre si ha il tempo, la voglia o non si hanno le forze, per manifestare il proprio amore nei confronti dell’altra persona.
L’importante è sapere che colui o colei con cui si sta condividendo la propria vita, ci sarà sempre per sostenerci ed aiutarci, per camminare con noi, per sollevarci dopo le cadute, per farci ridere, sentire più leggeri e liberi, in poche parole felici, accompagnandoci dolcemente, nell’intricato percorso quale è la vita.
So di non sapere minimamente cosa sia l’amore, ma credo di poterlo immaginare, utilizzando la mia fervida immaginazione, anche se so che non riuscirò mai a comprenderne fino in fondo le sfumature, con le sue gioie e dolori, finché non lo proverò.
Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa.
Emily Bronte