La premiazione del Concorso pittorico-letterario e la consegna del tocco alle classi terze

Venerdì 31 maggio, il giardino della scuola Saltini si è trasformato in un palcoscenico di emozioni, parole e colori, ospitando la cerimonia di premiazione dell’XI Concorso Pittorico e Letterario “I Contrari”. In un clima di festa, studenti, docenti, famiglie e autorità cittadine – tra cui l’Assessore all’Istruzione Riccardo Corti – si sono ritrovati per celebrare la creatività e il talento dei nostri ragazzi.

L’evento ha rappresentato molto più di una semplice premiazione: è stato un momento corale di incontro e condivisione, in cui la scuola si è mostrata nella sua veste più viva e inclusiva. Grazie al fondamentale sostegno dell’Associazione Genitori Oreno (AgeO), la comunità scolastica si è riunita in un abbraccio simbolico, accogliendo anche gli alunni delle classi quinte del plesso Ada Negri, futuri studenti della Saltini, accompagnati dalle loro maestre.

Le voci dei vincitori hanno preso forma nei testi letti ad alta voce, mentre gli occhi si sono lasciati incantare dai disegni , autentica espressione dell’immaginazione giovanile. La musica ha poi unito tutti in un unico respiro, con le esibizioni corali degli studenti, guidati con passione dai docenti di musica. Un sentito ringraziamento va agli allievi del laboratorio musicale pomeridiano, condotto dai professori Zappa, Niemiz e Beltrami, per il loro contributo artistico.

Nel corso della mattinata, uno dei momenti più toccanti è stato il saluto agli alunni delle classi terze, prossimi a sostenere l’Esame di Stato. A ciascuno è stato consegnato il tradizionale “tocco”, simbolo di un traguardo raggiunto e di un nuovo cammino che attende.

Testi premiati classi prime:

QUARTA CLASSIFICATA :   1A  GINEVRA RIVA

La forza travolgente delle parole mai dette

Le parole mai dette

Arianna era una ragazza semplice: non aveva vestiti strani, non parlava ad alta voce e non cercava mai di essere al centro di nulla. Ma aveva un cuore grande, di quelli che si riempiono di emozioni, anche per le piccole cose, come le luci gialle di un tramonto, i colori azzurri, blu e verdi del mare… e da quando c’era Samuele nella sua classe, il suo cuore si era riempito di lui. 

Era diverso da tutti: Samuele guardava spesso il cielo, disegnava stelle sui bordi dei quaderni e a volte, durante le lezioni, sussurrava canzoni che Arianna sentiva come se le conoscesse da sempre. 

Ogni giorno si sedeva due banchi dietro di lui, solo per sentirlo ridere, e per vedere come si toccava i capelli mentre era nervoso, e ammirare segretamente il sorrisetto strano che faceva quando rispondeva correttamente a una domanda.

Lei scriveva di lui in un quaderno segreto, pieno di frasi che non avrebbe mai detto ad alta voce. Una diceva: “Non so se mi vedi, ma ogni volta che tu guardi il cielo, io guardo te”. Passarono i mesi e un giorno la prof. annunciò alla classe che Samuele si sarebbe trasferito, perché suo padre aveva cambiato lavoro e sarebbe andato via. 

Arianna non disse nulla: tornò a casa e si chiuse in camera sua. Lesse e rilesse le sue frasi e pensò di regalargli quel quaderno, ma poi temette che fosse una cosa stupida e ripose tutto nel suo cassetto. 

Quando venne il giorno dell’addio, però, Arianna si fece coraggio e, nonostante avesse ansia e paura, aspettò Samuele all’uscita col cuore che correva più di lei. 

Quando lui arrivò, Arianna gli mise il quaderno in mano e gli disse solo: “Ti regalo le parole mai dette”. Lui lo prese, non disse nulla, ma sorrise. Un sorriso vero, dolce, triste… Poi se ne andò. 

Arianna non lo rivide più. Ma un giorno, mesi dopo… aprì la finestra: era buio, ma nel cielo brillavano c’erano tante stelle e in quel momento le sembrò che una di esse stesse sorridendo proprio a lei e si disse: lui non lo saprà mai che io l’ho aspettato anche nei giorni in cui sapevo che non sarebbe tornato.

 

TERZO CLASSIFICATO: 1D  MATTEO CANTÙ

Caldo e freddo si alternano nell’eterno gioco delle stagioni

CALDO – FREDDO

Caldo e freddo due amici strani,

che giocano insieme in giorni lontani.

 

Il caldo è estate, sole sul viso,

gelato che si scioglie con un sorriso.

 

Il freddo è inverno, sciarpa e guanti,

fiocchi di neve, stelle brillanti.

 

In questo contrasto c’è una lezione,

bisogna apprezzare ogni stagione.

 

SECONDO CLASSIFICATO: 1B RICCARDO BESANA

Non c’è coraggio senza paura

Sono arrivato a casa da scuola, ho mangiato e sono andato a sdraiarmi sul letto. Non so come mai, ma oggi sono davvero stanchissimo, forse è colpa degli allenamenti di calcio di ieri sera. 

Mi sono sdraiato in silenzio a guardare il soffitto. 

Il soffitto della mia camera è bianco, anche se da piccolo avrei voluto avere quelle stelline appiccicate che si illuminano di notte.

Guardarlo mi fa immaginare tante cose, inventare storie oppure ricordare cose che sono successe. 

E oggi mi è tornato in mente quella volta che, qualche anno, fa mi sono spaventato tantissimo, non lo dimenticherò mai! 

Era estate ed ero in vacanza al mare con i miei genitori. Uscendo dal mare non li ho più visti, li cercavo ma nulla li avevo persi e così pensato bene di iniziare a correre sulla spiaggia. 

Ricordo che avevo il cuore che batteva fortissimo quasi mi usciva dal corpo. Correvo e piangevo allo stesso tempo perché avevo paura di non trovarli più.

Mi si erano fermati anche i pensieri: va bene che ero più piccolo di adesso, ma avrei dovuto sapere che correre a caso in un posto per me sconosciuto, era la cosa sbagliata da fare e invece correvo e correvo come un matto, come un coniglio terrorizzato inseguito da una tigre. 

Poi ad un certo punto mi sono fermato, ero stanchissimo e ho iniziato a pensare che mia mamma, non trovandomi per così tanto tempo, sarebbe morta sicuramente di paura. 

E allora a quel pensiero, con il cuore che batteva fortissimo, mi sono fatto forza: ho stretto i pugni forte forte, ho fatto un bel respiro e ho chiesto aiuto ad una signora che un po’ sembrava la mia nonna. Lei mi ha fatto un gran sorriso e ha subito rintracciato i miei genitori con l’altoparlante della spiaggia. 

Mentre aspettavo che la mamma venisse a prendermi, la signora mi ha dato da bere e delle caramelle e mi diceva che ero stato bravo e coraggioso a chiedere aiuto, ma io ho pensato che non era vero perché invece avevo pianto tantissimo. 

Anche quando la mamma è arrivata, dopo mille abbracci, mi ha detto che ero stato coraggioso più di un leone a capire di dover chiedere aiuto. Anche la sua frase a quel tempo non l’avevo capita, anzi avevo pensavo di essere stato solo uno sciocco a correre via così.

E ora sul mio letto, guardando il soffitto, ripenso a quelle parole e penso che forse il coraggio di cui parlavano loro è proprio la forza di chiedere aiuto senza pensare di essere dei perdenti, quando si ha paura e da soli non si riesce ad affrontare qualcosa.

Si può scappare dalla paura, come avevo fatto io su quella spiaggia, oppure decidere di fermarsi e affrontarla con coraggio. 

Paura e coraggio hanno certamente un significato opposto e contrario, ma penso che siano anche due emozioni che devono camminare insieme: non c’è coraggio senza paura e non si vince la paura senza coraggio.

PRIMA CLASSIFICATA: 1C SVEVA TAGLIABUE

Pace e Guerra ci parlano con disarmante sincerità

DUE NEMESI: GUERRA E PACE

 

LA PACE

Salve, mi conoscete, mi avete sperimentato, chi più, chi meno. A volte ci sono, a volte no. Il mio nome deriva dal latino PAX, PACIS, che significa “pattuire, fissare”. Se ci sono, sono frutto di riflessioni e accordi, perché non arrivo a caso. Quando ci sono io non hai preoccupazioni, ansie e pensieri per la testa e puoi dedicarti alle cose che più ti piacciono. Ognuno mi immagina come vuole: come una creatura alata, un paesaggio, oppure come l’acqua, i colori, il silenzio… 

Avete capito, sono La Pace.

Come sapete in molti territori non ci sono. Dove non ci sono io c’è la mia… non so come dire, nemica… conoscente… amica… insomma, c’è La Guerra. Lei è la mia nemesi. Siamo molto diverse. Se vuoi che io arrivi, devi essere prima in pace con te stesso. Non mi trovo soltanto nelle grandi cose, come gli Stati, le città, i continenti… ma se mi cerchi bene e osservi attentamente io abito anche in quelle piccole, fra amici, nelle famiglie, nelle azioni della vita quotidiana, dentro se stessi… 

 

LA GUERRA

Exurge Mars! Sapete già chi sono, ve l’ha anticipato quella rompiscatole di Pace. Lei è proprio odiosa, deve essere sempre gentile e cortese con tutti! Io sono La Guerra, il mio nome deriva dal germanico “werra”, dalla radice “wers” che significa “confondere” e sono proprio come indica il mio nome: quando arrivo io è tutta una grande confusione fra armi, spari, fumo e grida. Insomma, il mio mondo non è come quello della Pace, tutto rose rosse e nuvole di zucchero filato! Ora mi trovo in molti Paesi, anche molto grandi e importanti, come il Sudan, l’Ucraina, ma anche in territori più piccoli come a Gaza e in Libano… e potrei continuare per un po’. Molti sono contro di me, credo si chiamino… paci… pacinisti… ah, ecco: pacifisti. Bleh! Se sei uno di quelli… finisci male. Comunque ‘sti qua mi stanno proprio antipatici! Che nervi! Rendetevene conto: IO sono la protagonista di tante storie fin dalle più antiche, come l’Iliade, IO mi aggiro tra le persone comuni e insospettabili, IO ci sono anche dentro di te! IO sono importante.

 

Testi premiati classi seconde

QUINTA CLASSIFICATA: 2D  ARIANNA BRUCOLI

I colori avvolgenti della natura, le comodità rassicuranti della città…

CHI VINCERÀ?

Osservo tutto intorno a me, 

i colori tenui della natura e caldi di un bel tramonto,

i profumi dei fiori, degli alberi con i suoi frutti

e ascolto il cinguettio degli uccellini.

Osservo la forza della natura che a volte fa paura.

I suoi ritmi lenti mi trasmettono tranquillità e pace.

La sera, tutto si illumina con le stelle e la luna.

Poi mi giro e osservo il grigiore della città e i colori freddi della notte oscura, 

sento l’odore dello smog che esce dalle fabbriche e il rumore caotico delle auto.

Osservo la mia casa, luogo che mi rassicura e dove con le sue comodità tutto mi aiuta.

Osservo le persone che corrono, 

vivendo una vita stressante senza pace.

 

Chi vincerà? All’uomo cosa serve.. la natura o la città?

 

QUARTA CLASSIFICATA: 2B  LUCIA DE LUCA

A volte nella perfezione dimorano gli opposti


Dolce e amaro: stiamo parlando solo di gusti, o di qualcosa di più? Io vedo un rapporto di amicizia in questo contrasto. Ci sono dei momenti brutti e spaventosi, ma anche delle avventure divertenti e belle. E messi insieme per me sono la perfezione, come lo zucchero e il caffè, o come il tiramisù, perché per fare un dolce perfetto, sfizioso e gustoso, ci vogliono le giuste dosi di contrasti.

Come per gli amici, ci sono sempre nel momento del bisogno ma senza esagerare mai troppo, bisogna sempre avere il proprio spazio. Senza di loro sarei persa come un pesce fuor d’acqua.
Io sento l‘amaro nell’ amicizia quando litighiamo o non abbiamo la stessa opinione, mentre il dolce quando andiamo d’accordo e ci divertiamo ridendo, o semplicemente quando parliamo.

In un mondo aspro gli amici sono come una guida delicata che semplifica la vita.

TERZA CLASSIFICATA: 2E LIDIA MELZI

Un commovente scambio di lettere tra fratelli nell’attesa che la guerra finisca

25/02/2022, Kiev

Caro Oliver,

Come va? Spero tutto bene. Dove ti trovi ora? Io sono nel centro dell’Ucraina. Non sarei dovuto partire per lavoro in questo periodo. Ma chi lo sapeva che sarebbe scoppiata la guerra? Non potendoci permettere un televisore e nemmeno la connessione ad internet, praticamente viviamo fuori dal mondo. Questa mattina sono dovuto scappare dal mio albergo  perché stava per essere colpito da una bomba. La guerra è scoppiata da pochi giorni ma sembra che stia durando da anni. Il paese è già tutto distrutto, si sentono le urla di paura delle persone, i pianti dei bambini e i rumori degli spari. Non riesco più a sentire il canto angelico dei piccoli uccellini alla mattina presto, il fruscio provocato dal vento nei campi di grano, la musica che risuonava nella mia testa nei momenti di felicità. Qui ormai c’è la guerra, qui ormai la felicità è scomparsa. 

Credo che quando finirà la guerra dovranno insegnarci nuovamente a sorridere, a divertirci. Ti accorgi che i sorrisi e libertà sono la cosa più bella che puoi avere, solo quando ti vengono tolti. Purtroppo noi ci siamo abituati alla libertà: per noi è una cosa normale. Ora però è l’unica cosa che vorrei. 

Attualmente sto cercando di scappare dall’Ucraina ma la strada è lunga e pericolosa. Però, per favore, non ti preoccupare per me, ti raggiungerò al più presto in Polonia. Pensami tutti i giorni e ricordati di me. Pensa alle cose belle, divertiti e cura mamma e papà e se anche non riuscissi a tornare tu continua la tua felice vita, viaggia e scopri il mondo: io sarò lì con te, mi farò sentire. 

Rispondimi per favore a questa lettera e fammi sapere il posto preciso in cui vi trovate. Ora devo andare a cercare un posto sicuro per la notte, prima che faccia buio.

Buonanotte,

Il tuo fratellone Leo.

 

Lettera numero 2: risposta.

                                                                                                                   05/03/2022, Varsavia

Caro Leo,

Sono così felice che tu mi abbia scritto!

Aspettavo con ansia la tua lettera. Qui stiamo tutti bene, anche se sentiamo molto la tua mancanza. Noi ci troviamo nel centro di Varsavia, in via Nowy Swiat, 53A. Ormai  parlano tutti di questa  guerra: ma grazie a Dio qui siamo al sicuro:non ti preoccupare per noi.

Mamma è riuscita a trovare lavoro finalmente! Appena avremo un po’ di soldi sistemeremo la casa e compreremo un bel televisore!

Le persone a Varsavia sono tranquille, anche se la guerra qui vicino è molto preoccupante. Non ci sono bombardamenti o cose del genere, quindi stiamo bene. A differenza di Kiev, qua altro che, se le persone sanno sorridere! Per rallegrare la popolazione, rattristata dalla vicina guerra, nelle piazze alcune persone fanno degli spettacoli comici e ad alcuni assistiamo anche noi: sono molto divertenti! Appena torni di sicuro ti ci porteremo. Ci manchi veramente tanto Leo. Mamma e papà non fanno altro che parlare di te. Io cerco di rassicurarli, dicendogli che stai bene, che sai sempre cavartela… Ma a volte anche io ho paura per te. Per favore, torna al più presto! 

Ti aspettiamo con tutto il cuore. Con affetto, tuo fratellino Oliver.

SECONDA CLASSIFICATA: 2A  ADELAIDE RATTO

Essere liberi di scegliere è un diritto davvero prezioso

Cara Agata,

sono atterrata qualche ora fa, ed è stato stupendo fin dal primo momento. Mi trovo in un vero e proprio paradiso terrestre, ma anche se tutto sembra perfetto, a pranzo è successo qualcosa che mi ha colpito: qui la religione ufficiale è l’islam, infatti molte donne portano il niqab o il burka, però i loro compagni hanno sempre pantaloncini e canottiera. Le ragazze con il niqab hanno tutto il viso coperto tranne gli occhi; è come se non potessero avere una voce. Anche in acqua sono sempre coperte, mentre i loro mariti sono in costume. Io trovo che costringere qualcuno, soprattutto facendo queste distinzioni, sia una vera ingiustizia. Questa restrizione è una prigionia, una violenza, una morte dentro. Penso che ogni persona dovrebbe avere la libertà di scegliere, di vivere come vuole. Ma se è qualcun altro a scegliere per te, soprattutto se quel qualcuno è così potente, diventa difficile liberarsi, e con il passare del tempo questa restrizione diventa un’abitudine, e l‘abitudine ad un qualcosa di imposto diventa debolezza. Ogni persona ha dei diritti e nessuno dovrebbe violarli. Per affermare le proprie idee bisogna avere coraggio, bisogna essere forti per essere liberi. Noi siamo fortunati a poter scegliere, quindi scegliamo e viviamo la nostra vita.

Con affetto

PRIMA CLASSIFICATA : 2C  ELISABETTA ROSSI

La voce leggera e spensierata della bambina che è in noi

 

Caro diario,

come sempre verso le dieci di mattina mi sono recata al parco vecchio per rilassarmi. La mia panchina preferita è sempre lì ad aspettarmi, ormai è diventata la mia migliore amica da anni visto che siamo tutte e due vecchie e da buttare. Lei con qualche sbarra di legno rotta, ma comunque comoda, invece io con  le mie gambe che ormai non funzionano più come un tempo. Ogni volta che mi reco al parco mi ricordo dei bei momenti passati lì a giocare con i miei vecchi amici; è sempre stato il mio luogo preferito fino a quando ho iniziato a lavorare perché  da lì in poi non ebbi più il tempo di pensare a me stessa.

Quella mattina il sole splendeva nel cielo, un lieve vento soffiava nell’aria pizzicando il mio viso. Ero seduta sulla panchina, pensavo a quanti dolci avrei fatto quando fossi tornata a casa, quando una risata acuta mi fece aprire gli occhi. Una bambina, tutta riccioli e ginocchia sbucciate, correva a piedi scalzi sull’erba. Nella mano stringeva un barattolo di bolle di sapone  e con tanta forza soffiava per creare delle bellissime e grandi bolle. Un deja vu, una me da bambina davanti a me, la stessa risata, gli stessi capelli, la stessa energia e la stessa speranza di prendere una bolla in mano.

Continuava a correre e piano piano si avvicinò a me; quando mi notò mi chiese: “Vuoi giocare con me?”. Rimasi a fissarla, in quel paesino poche persone mi rivolgevano  parola, “Cosa hai detto cara, non ti ho sentito?” pensai di aver capito male, ma la bambina rispose con la stessa domanda che mi aveva fatto prima. Presa dall’emozione accettai subito, mi diede il suo barattolo contenente il liquido, soffiai ed ecco le bolle volare nell’aria. La bambina le rincorreva per cercare di farle scoppiare e continuava a chiedermi di farne sempre più grandi. Iniziai a ridere, una risata sincera, quasi dimenticata. La bambina mi prese per mano e, senza pensarci troppo, mi alzai. Le gambe scricchiolavano e la schiena protestava di dolore, ma non mi importava. Corremmo insieme sul prato, rincorrendo le bolle che volavano nell’aria, scoppiandole una dopo l’altra tra le risate. Mi sembrava di essere tornata giovane. Ma poi, all’improvviso, in sottofondo alla mia risata c’era il silenzio. Mi voltai per cercare la bambina, ma non c’era più. Il prato era vuoto, silenzioso. Mi ritrovai di nuovo sulla mia panchina, col barattolo tra le mani e il cuore che batteva. Nessuna bambina, nessuna corsa, solo io e il ricordo di un momento che sembrava troppo reale per essere solo immaginato. Sorrisi tra me e me. Forse era solo la mia mente che aveva bisogno di tornare indietro, anche solo per un po’. Forse quella bambina ero io, che mi ero venuta a trovare per ricordarmi cosa vuol dire divertirsi. Non mi sentivo così bene da anni. Ero stanca ma felice. Il cuore leggero, come una bolla di sapone sospesa nell’aria.

Testi premiati classi terze

TERZO CLASSIFICATO: 3C MARCO REDAELLI

Alla ricerca di un equilibrio tra istinto e ragione 

L’istinto e la ragione, due guide sovrane,

si contendono il mio cuore con una dolce lotta inane.

L’istinto è una fiamma che arde con passione,

la ragione è una luce che illumina la mia strada con decisione.

L’istinto mi porta a vivere con sentimento,

la ragione mi dice di riflettere con calma e intento.

L’istinto è il cuore che batte con amore,

la ragione è la mente che pensa con sapienza e valore.

Ma forse, non è una lotta, ma un’armonia vera,

tra istinto e ragione, una sinfonia che si avvera.

Posso ascoltare entrambe e trovare un equilibrio giusto,

e nella pace, trovare il mio animo augusto.

 

SECONDA CLASSIFICATA: 3B CAMILLA VALENTI

La fragilità dell’anima e la sicurezza che dà indossare una maschera: dove si trova la vera forza?

 

L’anima è quella parte fragile come un vetro sottile,

che si nasconde nei pensieri, lontano dal mondo.

E’ debole, timida e ha paura di mostrarsi

però sogna nel cuore.

Come canta Lucio Corsi “volevo essere un duro”,

ma il coraggio è nascosto e sovrastato dalle paure.

Come dice Malala “la parola ferisce più della spada”,

la verità è un’arma letale e lei lo sa.

 

La maschera, invece, è forte e sicura,

come uno scudo che protegge l’anima.

E’ la parte esterna e resistente,

cambia per adattarsi,

cambia per non far vedere le paure che ci tengono prigionieri.

Finge di essere perfetta, invincibile, ma è solo apparenza,

perché dietro c‘è chi teme, chi ha paura.

La vita è piena di queste cose che limitano di mostrarsi,

di essere sé stessi,

di essere liberi, senza maschere.

La società impone di essere qualcuno,

di mostrarsi in un modo che non appartiene a sé stessi,

per adattarsi, per non essere diversi dagli altri.

 

Come racconta Pirandello con “uno, nessuno, centomila”:

sono uno, ma in tanti mi vedono diverso,

ogni sguardo mi cambia, mi fa apparire perso.

Nessuno mi conosce, nemmeno io,

centomila maschere, ma so chi sono davvero?

 

L’anima sa, nel suo cuore profondo,

che oltre la morte, quando la vita si spegne,

è lì che si ritrova il vero significato,

la vera e personale identità.

La psiche è un mondo profondo,

un labirinto di pensieri, valori ed emozioni.

I sogni non cambiano, ma il mondo li influenza,

come la leggera pioggia che bagna, ma non distrugge.

 

A Carnevale le maschere si indossano,

ognuna racconta una storia diversa, unica.

Sin dall’Antico Egitto le maschere sono scudi,

per difendere l’anima dai misteri dell’aldilà.

Nessuna maschera, per quanto forte,

potrà mai coprire completamente

ciò che siamo dentro di noi.

PRIMA CLASSIFICATA : 3A  CAROLINA SHARLLETTE VIGANÒ

Una riflessione profonda sull’amore e sull’odio che abitano nell’animo umano

Nel corso dell’esistenza, ogni persona sperimenta emozioni intense, capaci di lasciare un segno profondo. Tra queste, l’amore e l’odio occupano un posto centrale, poiché influenzano profondamente i nostri pensieri, comportamenti e relazioni. A prima vista appaiono come sentimenti opposti: uno genera armonia, l’altro conflitto. Tuttavia, in molte esperienze, si rivelano sorprendentemente connessi, talvolta separati da un confine sottile e fragile.

L’amore rappresenta la parte più luminosa dell’animo umano. Si esprime attraverso affetto, dedizione, cura e desiderio di protezione. Può manifestarsi verso un familiare, un amico, un compagno di vita, o persino un animale. È presente nei piccoli gesti quotidiani: un sorriso sincero, un messaggio inatteso, una presenza rassicurante nei momenti difficili. È simbolo di calore, di accoglienza, di vita condivisa. I suoi “luoghi” sono quelli in cui ci si sente compresi e valorizzati: un abbraccio sotto la pioggia, una cena con persone care, un silenzio pieno di significato accanto a chi ci fa sentire a casa. L’amore è relazione, crescita, costruzione.

L’odio, al contrario, scaturisce da esperienze che lasciano ferite profonde: inganni, ingiustizie, delusioni. È un’emozione bruciante, difficile da controllare, che può trasformarsi in rabbia, chiusura e desiderio di rivalsa. Si esprime con parole dure, sguardi freddi, silenzi carichi di tensione. Le situazioni legate all’odio sono spesso caratterizzate da distacco, solitudine, ostilità. Non di rado, questo sentimento nasce proprio da un legame importante che si è spezzato, rivelando quanto amore fosse presente in origine.

Proprio qui emerge la vera complessità del rapporto tra queste due emozioni: l’odio, in molte occasioni, è il riflesso distorto di un sentimento che una volta era positivo. Quando chi ci è più vicino ci ferisce, la delusione può trasformare l’affetto in rancore. Non si odia chi non ha significato per noi; si prova risentimento verso chi ha occupato un posto importante nel cuore. Questo spiega perché le relazioni più significative possono portare con sé sia momenti di grande felicità che ferite profonde.

La letteratura, il teatro e il cinema hanno affrontato spesso questo contrasto. Un esempio celebre è Romeo e Giulietta di William Shakespeare, dove l’amore puro tra due giovani si infrange contro il muro dell’odio tra le rispettive famiglie.

Dal mio punto di vista, è fondamentale imparare a riconoscere queste emozioni, senza lasciarsi sopraffare da quelle negative. L’odio, per quanto forte, è una trappola che imprigiona. L’amore, invece, apre possibilità, dà forza, costruisce legami autentici. Scegliere di amare, anche dopo un torto, è un atto di coraggio. Non significa dimenticare o giustificare, ma liberarsi dal peso del rancore e dare spazio a una nuova serenità.

Viviamo in un tempo in cui è facile alimentare ostilità: basta una parola sbagliata, un giudizio affrettato, un commento sui social. Per questo, oggi più che mai, è importante coltivare empatia, ascolto, rispetto. L’amore, in tutte le sue forme, ha il potere di cambiare le relazioni, di guarire le ferite, di restituire fiducia.

 

Premi speciali:

PREMI SPECIALI

1C  FRANCESCA GIANNINI

Le riflessioni sulla tristezza e sulla felicità si avvicendano in questo testo poetico, creando un gioco di contrasti 

Una triste felicità 

Quando c’è tristezza c’è molta rabbia, 

e ti senti rinchiuso in una gabbia.

Se c’è felicità c’è sempre spensieratezza

ed è come se qualcuno ti stesse facendo una carezza.

Se c’è tristezza c’è sempre malumore 

e nella tua senti solo rumore.

Con la felicità c’è gioia e allegria,

con la tristezza nervosismo e nostalgia.

Se c’è tristezza ti senti abbattuto

ed è come se fossi caduto.

Vedo la felicità negli occhi di un bambino 

che gioca nei prati spensierato e birichino.

Trovo tristezza in un temporale fuori dalla finestra 

e quando nel mio giardino è appassita la ginestra.

Sono felice quando vedo una coccinella, si dice porti fortuna,

e nella mia giornata niente e nessuno potrà stortarmi la luna.

Sono triste quando in un Paese c’è la guerra 

e tutti i bambini e le persone sono in pericolo, compresa la Terra!

Mi sento felice quando sto con gli amici 

con loro siamo tutti felici.

2D REBECCA TERZOLI

Questo testo ha saputo cogliere diversi aspetti del contrasto in una riflessione personale e acuta

 

Il contrasto è qualcosa di evidente

Il contrasto è qualcosa che vive nella mente.

 

Il contrasto è qualcosa per me bello o per te brutto

ma comunque c’è qualcosa di diverso in tutto. 

 

Il contrasto risalta sempre

Il contrasto lo vede tutta la gente.

 

Il contrasto è qualcosa di accecante

perché a volte ci fa vedere ciò che l’occhio mette da parte.

 

Il contrasto nel mondo è quotidianità

basti pensare alla nostra tranquillità mentre c’è la guerra di là.

 

Il contrasto ci accompagna anche nella nostra vita sociale

basti pensare a quando si cammina felici ma si vedono persone tristi per le strade.

 

Il contrasto è l’enorme contrapposizione tra due elementi

un paragone tra opposti conviventi.

 

Il contrasto lo vedo proprio come un fulmine che separa due cose

come un versus che determina i due avversari in questione.

 

Il contrasto è qualcosa che apparentemente stona

ma, pensiamoci insieme, ogni strumento una nota grave ed una acuta

contemporaneamente intona.

 

2E GREGORIO MASCIA

L’autore è riuscito a immedesimarsi nei mittenti delle lettere (papà e figlio), trasmettendo il contrasto tra la normalità della vita trascorsa insieme e il presente che stanno affrontando.

Palestina, 12 giugno 2000

Caro Edoardo,

oggi sono partito per combattere e difendere il nostro paese. Qui non é molto bello: case distrutte, bambini che piangono, gente che scappa e famiglie che cercano un rifugio. Il clima non è mite, il cielo è grigio e l’aria molto inquinata. La vegetazione è molto scarsa, le uniche piante che sono rimaste sono secche per via dei bombardamenti, lanci di granate ecc…Caro Edoardo mi manchi tantissimo, non immagini che dolore provo a non poterti abbracciare. Mi ricordo quando andavamo a giocare al parco insieme, mi manca tantissimo. Provo emozioni di rabbia, tristezza e soprattutto paura. Di notte sogno di abbracciare te e mamma sul divano e tornare a casa contento e allegro. Spero che la guerra finisca presto e di rivederci il prima possibile. Mi raccomando, prenditi cura di tua mamma. Ti voglio tanto bene.

                                                                    Papi

Roma, 15 luglio 2000

Caro papà,

qui è molto tranquillo, oggi io e la mamma siamo andati a fare una passeggiata e abbiamo visto un arcobaleno. Con la scuola va tutto bene. Le maestre dicono che sono molto bravo e attento, oggi ho preso pure un nove in matematica. Mi hanno preso nella squadra di calcio del Milan. Lì ho conosciuto persone fantastiche con cui ho legato subito. La mamma sta bene, ha vinto il concorso per cui si è preparata molto. Però sta soffrendo tantissimo per la tua mancanza: l’allegria che c’era in casa non c’è più, le tue battute mancano tanto e la voglia di rivederti è tantissima.  Papà oggi l’arcobaleno che ho visto con la mamma era veramente poco colorato. Più che colori vivaci e accesi c’erano colori spenti e tristi proprio come la tristezza che provo per il fatto che tu non sei qui. Papà, io e la mamma non vediamo l’ora di rivederti e poterti riabbracciare. Papà ti voglio molto bene, spero di rivederti il più presto possibile. 

Edoardo

La premiazione del Concorso pittorico-letterario e la consegna del tocco alle classi terze